La ex di Giorgio
Sulle prime Giorgio si era decisamente preoccupato. Un conto era stato assistere alla sconfitta della sua dolce mogliettina in una ridicola sfida a braccio di ferro con le amiche, un altro sapere che era stata aggredita e picchiata da una ragazzina sul posto di lavoro, senza riuscire minimamente a reagire, a difendersi. Quello che lo aveva inquietato non era solo il dolore provato da Alice, ma anche il rischio che la ragazza aveva corso di riportare traumi fisici ben più dolorosi e gravi. Senza trascurare i danni psicologici subiti, l’umiliazione e la paura che avrebbe potuto tormentare a lungo Alice. Il primo impulso fu quello di denunciare l’accaduto alla polizia, ma Alice si rifiutò. Disse che non era il caso, forse si trattava di una minorenne ed era certamente ubriaca. Allora si imposero di rimanere calmi e cercarono assieme di ragionare. In fondo era la prima volta che accadeva, dopo tanti anni di lavoro, non c’era motivo di credere che esperienze del genere dovessero ripetersi. Scartarono subito l’idea di iscrivere Alice a un corso di difesa personale. Sarebbe stato inutile. La gracile mogliettina di Giorgio non era né mentalmente né fisicamente “attrezzata” per fare a botte o cose del genere. Bisognava evitare altre occasioni di scontro, punto e basta. La decisione che presero fu che in nessun caso avrebbe più lavorato da sola, specialmente la sera, al bar. Il ricordo di quegli attimi tormentò Alice per alcuni giorni, poi lentamente si affievolì, fino quasi a sparire.
“Indovina chi ho incontrato in palestra” disse Alice rientrando a casa. Erano passati cinque mesi da quella brutta esprienza al bar, che ormai era solo un brutto ricordo. “Dammi qualche indizio” rispose Giorgio. “Molto bella, bionda, maggiorata, l’unica donna che prima di me ha fatto l’amore col mio uomo. Almeno così sostiene lui”. “Paola? In palestra? Non ce la vedo proprio”. “E invece sì, pare la frequenti da un po’ di tempo ma in altri orari”. “Vi siete almeno salutate?”. “Di più, guarda che non sono mica un orso. Abbiamo chiacchierato a lungo e ci siamo date appuntamento per una partita a tennis lunedì prossimo”. “Cosa? Non mi sembra una grande idea” disse Giorgio. “E perché? Mi ha sfidata. Cosa volevi che dicessi di no alla ex di mio marito? Volevi che le facessi vedere che avevo paura del confronto? Lo sai che con la racchetta me la cavo bene. Le darò una bella lezione”. “Certo che voi donne siete incredibili, vi sentite sempre in competizione. Comunque anche lei è brava a tennis, almeno lo era quando ci frequentavamo”. “Niente da fare caro mio, sarò una sfida tra due rivali in amore e dovrà passare sul mio corpo per vincere”. Giorgio osservò la gracile morettina e abbozzò un sorriso. “Passare sul tuo corpo? Ecco, magari se fossi in te eviterei frasi del genere” disse. Anche se non esplicito, il riferimento alla molto relativa prestanza fisica di Alice e alle esperienze passate era chiaro. “Beh, in effetti hai ragione. Per fortuna non sarà un incontro di lotta, sennò con quella amazzone non avrei proprio scampo” sorrise anche Alice, stando al gioco.
Le due donne stavano battagliando con grande accanimento da oltre mezz’ora. Alice si era subito resa conto che Paola sapeva giocare davvero bene. Era meno regolare della brunetta, che sbagliava pochissimo, ma disponeva di colpi più potenti e a volte, nonostante la sua agilità, la mogliettina di Giorgio non riusciva a rintuzzarli. Alice era sotto 2-4 e avendo prenotato il campo per un’ora, a quel punto era chiaro che la sfida si sarebbe conclusa in un solo set. Si disse che doveva rischiare il meno possibile, correre come una pazza e mandare dall’altra parte della rete qualsiasi cosa, sperando che la fatica accumulata fino a quel punto facesse commettere alla bionda qualche errore in più. La tattica funzionava: 3-4, 4-4. Poi Paola giocò un game praticamente perfetto, con colpi implacabili che spolveravano le righe e si riportò in vantaggio sul 5-4. Ma Alice non mollava, voleva a tutti costi tornare a casa e dire a Giorgio che aveva vinto lei, che aveva battuto quella tettona della sua ex. Riuscì di nuovo a impattare sul 5-5, si portò in vantaggio 6-5 e chiuse il conto senza sbagliare più nulla sul 7-5. Cercò di non farlo vedere troppo ma era raggiante e si avvicinò sorridendo alla rete, per stringere la mano all’avversaria. Paola non nascondeva la sua stizza. Evidentemente non se l’aspettava, non pensava di perdere, ma quella donnina così fragile si era rivelata sul campo molto rapida e tenace. Ricambiò la stretta a lungo, vigorosamente. Un po’ troppo pensò Alice che si sentì quasi stritolare la mano e trattenne a stento un gemito.
Ora le due donne erano nello spogliatoio e si preparavano per la doccia. Alice non potè fare a meno di osservare la bionda mentre si spogliava e quando la vide completamente nuda si sorprese a pensare che non aveva mai visto una donna così imponente, maestosa e femminile al tempo stesso. I seni voluminosi erano eretti come se Paola avesse ancora vent’anni. Le curve del corpo erano ampie e perfette, non c’era nulla che non andasse in quella bionda giunonica che avrebbe fatto girare la testa a qualsiasi uomo. La brunetta sapeva di essere una bella ragazza, ma dovette ammettere che tra loro non c’era confronto. Con il suo fisico grazioso e proporzionato, ma molto più esile, si sentiva decisamente inferiore, per certi versi inadeguata a sostenere il confronto. Non potè fare a meno di pensare a Giorgio assieme a Paola. Certo aveva scelto due donne completamente diverse. Chissà com’era stato per lui fare l’amore con quella biondona che sprigionava sesso ed energia. Qualche volta in passato gliel’aveva chiesto, un po’ timorosa del confronto, ma lui aveva sempre glissato.
Le docce dello spogliatoio erano comuni, non c’erano pareti a dividerle. Alice e Paola erano una di fianco all’altra e la bruna, nonostante la vittoria sul campo, continuava a sentirsi a disagio, insicura. Nude, il contrasto tra le due era ancora più evidente: Alice delicata, Paola solida; Alice fragile, Paola robusta; Alice debole, Paola potente. Ogni tanto la bruna guardava con la coda degli occhi quei seni così imponenti che le mettevano soggezione, la intimorivano. Per fortuna il ghigno minaccioso che Paola aveva a fine partita adesso era sparito, lasciando anzi il posto a frequenti sorrisi.
All’improvviso la bionda si offrì di lavarle la schiena. Alice rimase interdetta, avrebbe voluto dirle “No grazie” ma non voleva contrariarla. Paola si avvicinò e insaponò la scarna schiena di Alice, le spalle larghe e un po’ ossute, la vita sottile. Lo faceva con molta calma, delicatamente, accarezzandola. “Sei molto bella – disse all’improvviso – Giorgio è un uomo fortunato”. Alice non sapeva cosa rispondere. Bofonchiò a denti stretti qualcosa come “Cosa dici, tu sei molto più bella di me” ma l’altra insisteva. “Sei un po’ troppo magrolina ma hai un corpo splendido, proporzionato, il sedere è perfetto e anche le tue tettine sono molto graziose”. Ma cosa diavolo, pensò la bruna, adesso sta esagerando con i complimenti. E non solo con quelli, anche con le carezze che si facevano sempre più intime e insistenti. “Paola scusami ma credo che…”. “Ssshhh – fece l’altra – lasciami fare”. La prese per le spalle e sempre delicatamente la fece voltare. Pra le due ragazze erano una di fronte all’altra, proprio sotto il gettito dell’acqua.
Alice era confusa, non capiva cosa stava succedendo. Ancora una volta era come una fragile bambolina nelle mani di un’altra donna. Aveva paura e temeva di rivivere un incubo. Come avrebbe potuto farre a difendersi, lei così esile e debole, da sola in quello spogliatoio? Paola non la stringeva con forza, anzi la teneva con grande delicatezza. Eppure la dominava. Alice pensò che se fosse sgattaiolata via, anche approfittando dei corpi viscidi e bagnati sotto la doccia, l’altra non l’avrebbe potuta bloccare. E sul campo aveva dimostrato di essere molto più rapida. Eppure rimaneva lì, come pietrificata. I due corpi ora si toccavano. Alice sentiva il contatto dei suoi piccoli seni con quelli ben più pesanti della ex di Giorgio. Cosa stava succedendo?
Paola avvicinò le labbra a quelle della brunetta, che per un attimo si tirò indietro, Ma poi si sciolse e socchiuse la bocca. Le lingue si incontrarono e si esplorarono in un bacio appassionato e interminabile. Alice era come persa, soggiogata dalla donna che fino a un attimo prima considerava una pericolosa rivale. Quasi senza rendersene conto prese anche lei ad accarezzare la bionda un po’ ovunque, le spalle larghe e robuste, i seni rigogliosi, i fianchi potenti.
All’improvviso si sentì un rumore: la porta si aprì e altre ragazze entrarono chiacchierando nello spogliatoio. Le due donne fecero appena in tempo a staccarsi. Si asciugarono, si rivestirono e se ne andarono, ognuna per la sua strada, senza nemmeno salutarsi.
A casa Alice era ancora turbata. “Allora com’è andata?” chiese Giorgio. “Ho vinto io”. “Davvero?”. “Perché non ci credevi? Hai così poca fiducia in me?”. “E lo dici con quell’aria triste? Pensavo che avresti portato una bottiglia di champagne per festeggiare l’evento” scherzò il marito. “Senti, in realtà sono molto stanca, è stata una battaglia durissima. Anche lei è brava, tirava fortissimo e c’è mancato poco che mi battesse. Adesso perdonami, ma ho solo bisogno di dormire”. “Ok, ok, io resto ancora un po’ a guardare la tivù”.
Alice andò in camera da letto e meccanicamente controllò il cellulare. C’erano diversi messaggi e anche un whattsapp di Paola: “Perdonami Alice. Ti confesso che quando mi hai battuta sul campo ero incazzatissima. Mi era venuta perfino voglia di aggredirti. Per un attimo ho pensato di spezzare in due il tuo grazioso corpicino per toglierti quel sorriso ironico dalla bocca. Ma poi mi sono calmata. E quando ti ho vista nuda sotto la doccia, così affascinante, sottile e adorabile, è scattata una molla completamente diversa. Eri un’immagine di fragilità ma anche di bellezza. L’eccitazione saliva fortissima e sono stati momenti dvvero molto intensi. Se dessi retta al mio istinto vorrei correre da te, vorrei abbracciarti anche in questo istante, vorrei accarezzarti e baciarti dalla testa ai piedi. Ma so che non è possibile. Grazie per non esserti ribellata. Non capiterà più. Spero che tu non senta il bisogno di raccontare a Giorgio quello che è accaduto oggi tra noi”.
Alice cominciò diverse volte a scrivere un messaggio di risposta, ma regolarmente lo cancellava prima di finirlo. Mise il cellulare sul comodino e ripensò a quegli istanti nello spogliatoio. Perché non aveva reagito? E soprattutto perché aveva addirittura ricambiato le attenzioni di Paola? C’era qualcosa in un angolo della sua sfera sessuale che ancora non conosceva? Sapeva che la sua fragilità fisica la spingeva a cercare protezione nel partner. Si rese conto di aver provato con Paola, così forte e imponente, sensazioni molto simili a quelle che provava con Giorgio. Ma a lei erano sempre piaciuti gli uomini, non si era mai sentita attratta da nessuna donna. Rimuginò a lungo e alla fine decise che quell’episodio poteva essere catalogato solo come un momento di debolezza. Sì, sarebbe rimasto fine a se stesso. Non si sarebbero più incontrate e se fosse capitato si sarebbero salutate come due amiche, punto e basta. Prese di nuovo il cellulare, aprì la chat con Paola, scrisse “Addio” e pigiò il tasto invia. Poi si girò su un lato e in breve si addormentò.
(3 Continua? Francamente ho già abbozzato un seguito ma non sono molto motivato a pubblicarlo, visto che oltre 500 hanno letto ma solo uno ha commentato, ho l'impressione che ben pochi siano ingteressati)