News:

@Freecatfights: Please follow us on Twitter for news and updates in the event of site outages.

Sorelle 5 (italiano)

  • 2 Replies
  • 1475 Views
*

Offline krispin

  • God Member
  • *****
  • 529
Sorelle 5 (italiano)
« on: February 06, 2019, 10:17:09 AM »
Qui le prime quattro parti

https://www.freecatfights.com/forums/index.php?topic=77598.0

https://www.freecatfights.com/forums/index.php?topic=77694.0

https://www.freecatfights.com/forums/index.php?topic=77794.0

https://www.freecatfights.com/forums/index.php?topic=77871.0

5

“Ci siamo spinte troppo in là. Se non ci inventiamo qualcosa siamo perdute”.
Le tre donne erano sedute a tavola e la prima a parlare era stata Paola.
“L'unica cosa da fare è ucciderle e fuggire il più possibile lontano da qui. Forse non ci stanno ancora cercando” rispose Roberta.
“Sei un'illusa” disse Paola alla figlia.
“Comunque Roberta ha ragione. Ormai non possiamo lasciarle vive” tagliò corto Giovanna.
Erano due contro una. A Paola non restò che piegarsi.
“E va bene” disse la donna alla fine.
“Facciamo così. Io ne prendo una, la carico sulla mia macchina e vado a buttarla in un burrone. Sarà mezz'ora di viaggio. Voi due vi occupate dell'altra” replicò Giovanna.
“Ci penso io. Lasciami la poliziotta, voglio divertirmi ancora un po' con lei” disse Roberta.
“Va bene ma non perdere troppo tempo. E buttate nel fiume i vostri cellulari. Poi ci troviamo al solito posto. Prendiamo la mia macchina, così forse è più difficile che ci fermino” concluse Giovanna.

L'aveva messa nel portabagagli proprio come aveva fatto il giorno prima con sua sorella. Elena era ancora dolorante per i colpi ricevuti da Paola e soprattutto da Giovanna, ma era di nuovo lucida e aveva capito che quello sarebbe stato l'ultimo viaggio. Questa volta Roberta l'avrebbe uccisa. Si chiese in che modo la ragazza pensava di farla fuori. Pistole e coltelli non erano il suo genere, più probabilmente avrebbe usato ancora una volta le mani. Sì, certo, avrebbe dato un altro sfoggio della sua superiore forza fisica. Quella ragazza provava gusto a infierire sulle persone più deboli di lei. Forse l'avrebbe strangolata. Oppure l’avrebbe spinta in qualche burrone, magari dopo averla colpita e tramortita. Ma Elena non aveva intenzione di cedere senza lottare. La disperazione le avrebbe dato la forza di combattere ancora una volta. E chissà, forse di vincere. L'importante adesso era concentrarsi, aspettare il momento migliore e giocarsi le proprie possibilità, puntando sulle armi che aveva: l'intelligenza, l'astuzia e l'agilità contro la forza bruta.

Basta, è finita. Alice era rassegnata a morire. Ormai pensava alla morte come a un sollievo, la fine di un incubo. In quel momento le faceva più paura il dolore. Temeva che la sadica Giovanna volesse divertirsi con lei prima di ucciderla. L'insegnante era sul sedile posteriore mentre l'altra guidava nel buio. Stavano viaggiando da una mezz'oretta quando l'auto si fermò. Giovanna scese, aprì la sicura, prese per un braccio la donna e la tirò fuori quasi di peso. Alice non accennava neanche a difendersi, a reagire. Che senso avrebbe avuto? Camminavano nel buio fianco a fianco, finché arrivarono a una piccola radura. Oltre c'era il vuoto, Alice lo intuì subito. Dunque l'avrebbe gettata nel burrone. Sperava solo che facesse in fretta. E che la morte arrivasse istantanea.

Erano arrivate davanti a un'altra casa. Si trovava anche quella in mezzo a una boscaglia, ma sembrava abbandonata da molti anni. Roberta teneva il braccio destro di Elena piegato dietro la schiena. La spinse dentro dopo aver aperto la porta con un calcio.
“Perché mi hai portata qui?”.
“Non lo indovini, poliziotta?”.
“Certo, ma perché proprio qui?”.
“Mi piace questo posto, mi ispira. Ci venivo da ragazzina”.
“E come pensi di uccidermi?”:
“Dunque vediamo un po'. Potrei sbattere la tua testa sul pavimento finché non crepi. Che ne dici?”.
“Mi batterò fino all'ultimo, questo lo sai vero?”.
“Sennò mi deluderesti molto. Come vedi ti concedo una possibilità, sarà un combattimento leale”.
“Sei grossa il doppio di me. Questo per te è leale?”.
“Beh, dovrai accontentarti. Hai un ultimo desiderio?”.
Elena riflettè velocemente. Se solo avesse trovato un'arma, un oggetto qualsiasi.
“C'è un gabinetto in questa casa?”.
“Quella porta lì. Sarà un po' sporco. Cos'è, te le stai facendo addosso?”.
“Vorrei solo darmi una sciacquata, è da ieri che non mi lavo”.
“A che ti servirà ormai? Comunque vai pure, ma non so se ce l’acqua. Io ti aspetto”.
La poliziotta entrò e si guardò attorno cercando disperatamente qualcosa. Non c'erano corpi contundenti. A meno che... Le manopole dei rubinetti erano di ferro, malandate ma abbastanza pesanti. Riuscì facilmente a svitarne una e se la infilò nella tasca destra dei jeans. Poi si tolse la maglia, la gettò per terra e rimase con il solo reggiseno. Se doveva combattere non voleva avere addosso quell'orribile e immensa t-shirt di Giovanna, che tra l'altro la ragazza avrebbe potuto facilmente afferrare. Quindi chiuse l'acqua, tirò un grosso sospiro, e uscì.

Giovanna fece girare Alice su se stessa. Erano una di fronte all'altra, a un metro di distanza. Una sessantenne incredibilmente obesa e un'esile trentacinquenne. La professoressa pensò che in quel momento forse avrebbe potuto sgusciare via. Ma dove sarebbe andata in quel buio e senza la minima conoscenza di quei luoghi? Prima o poi l'altra l'avrebbe ripresa. Si sentiva sempre più abulica.

Roberta osservò leggermente stupita Elena in reggiseno, ma si riprese subito. “Se vuoi possiamo anche lottare a seno nudo, come le amazzoni” disse, e si sfilò a sua volta la maglia, rimanendo a petto scoperto. Lei non portava nulla sopra i suoi enormi seni, che così liberi apparivano ancora più imponenti. Ma Elena non aveva nessuna voglia di lasciarsi ipnotizzare. “Ok” disse, fece finta di togliersi a sua volta il reggiseno, e all'improvviso scattò all'attacco.

“Spogliati!” disse Giovanna.
“Cosa?”.
“Ti ho detto di spogliarti”.
“Perché?”.
“Fai quello che ti dico. O preferisci che sia io a toglierti i vestiti di dosso con le mie mani?”.
No, non lo preferiva. Alice decise di obbedire. Anche a lei avevano dato un'abbondantissima t-shirt che si sfilò dall'alto, rimanendo a torso nudo. Non portava praticamente mai il reggiseno, non ne aveva bisogno con i suoi seni piccoli e sodi. Quindi si tolse le scarpe e poi i jeans. Rimase solo con le mutandine. Nel buio della notte il suo corpo snello e armonioso era un'immagine di sofisticata bellezza, ma anche di delicata fragilità.

La poliziotta cominciò a tirare calci ben assestati. Riuscì a colpire la ragazza un paio di volte, facendola arretrare. Dopo avere schivato un altro calcio, Roberta piazzò un violento pugno al volto di Elena, che barcollò all'indietro ma abilmente riuscì a bloccare i colpì successivi e reagì con una ginocchiata alla pancia. Quindi ancora calci e un colpo di taglio al collo. La 19enne rispose con un paio di pugni all'altezza del petto e il reggiseno della poliziotta si slacciò. Rimase appeso solo a una spalla, lasciando scoperto uno dei suoi piccoli seni.

“Le mutandine puoi tenerle” le disse Giovanna. La professoressa respirò. Almeno non l'avrebbe violentata con qualche bastone o cose simili, ormai c'era da aspettarsi di tutto da quella donna. Ma adesso anche Giovanna aveva iniziato a spogliarsi. Finché a sua volta rimase in mutande. A distanza di un paio di metri e quasi completamente nuda era enorme, impressionante. Alice non aveva mai visto un petto di quelle proporzioni. I fianchi erano abbondantissimi e tutto affondava nel grasso. Una sola di quelle cosce era più larga del suo torace.

Il combattimento continuava ed era sorprendentemente equilibrato. Elena puntava quasi tutto sull’agilità e sui calci. Roberta non riusciva a prevalere ed era arrabbiata con se stessa. Reagì a sua volta con un calcio al ventre, poi un paio di pugni che costrinsero Elena ad arretrare per schivarli. La poliziotta si ritrovò spalle al muro, con la bionda che ne approfittò per costringere la più minuta rivale a una lotta corpo a corpo, in cui Roberta era chiaramente avvantaggiata grazie alla sua stazza. Ma Elena riuscì, chissà come, a divincolarsi. E le due ragazze si ritrovarono di nuovo al centro della stanza.

“Voi pensate di essere belle così secche, vero?”.
“Cosa? Io non penso nulla”.
“Vi sentite affascinanti, desiderate. Ma non è così. Credi che agli uomini piacciano i vostri ridicoli corpicini? Credi che si eccitino davvero quando vi stringono e sentono solo le ossa? Guarda qui, è questo quello che cercano!” e mise le mani sotto i suoi enormi seni, sollevandoli.
“Tu hai grossi problemi, Giovanna”.
“Ti sbagli Alice, sei tu che hai un problema molto grosso. Ma tra pochi istanti ci penserò io a risolverlo”.
“Uccidimi, forza! Non ne posso più di questa storia”.
“Prima ammetti di essere inferiore. Il mio uomo ha tette più grosse delle tue”.
“Tu sei pazza!”.
 
Dopo un nuovo scambio di colpi in cui ebbe la peggio, la poliziotta finì nuovamente all'angolo. La bionda afferrò il reggiseno penzolante della bruna e lo strappò del tutto, gettandolo via. Elena sussultò quando l'avversaria la colpì con un violento gancio alle costole e sentì cedere lievemente le ginocchia. Cercava di reagire, ma l’altra ormai le era addosso e la soverchiava con il suo fisico più possente. Poi le mollò una ginocchiata al ventre e le gambe di Elena cedettero ancora. Con le sue braccia robuste Roberta schiacciava la poliziotta contro la parete. Entrambe erano nude dalla cintola in su. Seni grossi contro seni minuscoli. Visi che si sfioravano. Ormai un corpo dominava l'altro ed era chiaramente quello di Roberta, che ora teneva gli occhi fissi sulla poliziotta con un'espressione di sicurezza e superiorità. Dopo l'inizio equilibrato, l'incontro era diventato a senso unico. Elena non aveva più lo spazio per i suoi calci e cercava ancora di reagire con i pugni, ma le mancavano le forze. La sottile poliziotta era ormai in balia della più imponente avversaria.

Alice si sentì assalire da una collera improvvisa. C’erano tanti modi per morire e decise che ne aveva abbastanza.
“Ora stammi bene a sentire – disse con voce improvvisamente ferma, calma e sicura – Tu non ce l'hai un uomo, Giovanna. Questa è la verità. Non c'è nessun uomo nella tua vita. E forse non c’è mai stato. Non c'è nessuno che la mattina quando ti alzi ti guarda con amore, ti accarezza, ti bacia e ti dice quanto sei bella. E voglio dirti un'altra cosa. Adesso ascoltami bene. Non c'è un uomo, non c'è un solo uomo al mondo, dal Polo Nord al Polo sud, in ognuno dei cinque continenti, non ce n'è uno soltanto che se potesse scegliere, tra me e te, prenderebbe te. Puoi raccontarmi quello che ti pare, puoi mettermi davanti al naso le tue enormi tette, la tua pancia gigantesca, il tuo immenso culo, ma le cose stanno così. E questo lo sai benissimo anche tu”.
Non potendo colpire con le mani, Alice l'aveva fatto con le parole. Era stato come fumare l'ultima sigaretta davanti al plotone di esecuzione.

La partita ormai era vinta e Roberta decise di cambiare tattica. Avvolse la rivale in un potente abbraccio. La sollevò di peso e la riportò al centro della stanza. Fletteva i bicipiti e le cingeva la vita sottile. “Ti ricordi? Abbiamo già fatto questo gioco. Non ce la fai a sopportare la pressione delle mie braccia, vero?”. Poi, dopo un'ultima stretta ancora più forte, la lasciò andare all'improvviso e la poliziotta si afflosciò a terra. In un attimo l'altra le si mise a cavalcioni sopra e con entrambe le mani inizio a stringere il suo lungo collo, sottile e delicato. “Adesso la facciamo finita” disse. I deboli tentativi di Elena di staccare quelle mani così forti non potevano avere successo. Con sgomento, la poliziotta si rese conto che era giunto il suo momento. Stava per morire. Strangolata a mani nude da un'altra donna, una ragazza di neanche vent’anni. Che modo assurdo e insensato per interrompere una giovane vita.

La reazione di Giovanna fu un pugno, violentissimo, al sottile ventre nudo dell'insegnante. Alice sentì un dolore lancinante, si piegò in due e crollò a terra. Era in preda a convulsioni e pensava di vomitare da un momento all'altro. Poi Giovanna la sollevò di peso, la prese per un braccio e cominciò a trascinarla avviandosi lentamente verso il precipizio.
 
(continua)

*

Offline Catfight Super Fan

  • God Member
  • *****
  • 1083
Re: Sorelle 5 (italiano)
« Reply #1 on: February 08, 2019, 02:53:38 PM »
Povere sorelle! Una ingloriosa e tragica fine sembra attenderle!  Elena è stata fantastica in questo capitolo..ha dato tanto e combattuto con orgoglio contro un'avversaria più dotoata. Davero ben fatto il combattimento in topless. Ben costruito e preparato.
Grande reazione di alice. Peccato sia contro una nemica troppo più potente.

*

Offline krispin

  • God Member
  • *****
  • 529
Re: Sorelle 5 (italiano)
« Reply #2 on: February 08, 2019, 07:22:49 PM »
Povere sorelle! Una ingloriosa e tragica fine sembra attenderle!  Elena è stata fantastica in questo capitolo..ha dato tanto e combattuto con orgoglio contro un'avversaria più dotoata. Davero ben fatto il combattimento in topless. Ben costruito e preparato.
Grande reazione di alice. Peccato sia contro una nemica troppo più potente.

Ormai ci siamo. Manca l'ultimo capitolo.